A marzo nulla sarà più come prima: la rivoluzione su WhatsApp sarà totale. Ecco cosa si deve sapere sul totale cambiamento dell’app.
Come per Apple così per WhatsApp. Ne sa qualcosa il colosso di Cupertino, che volente o nolente ha dovuto sottostare all’intransigente nuova normativa stabilita dall’Unione Europea con l’ormai celeberrimo DMA, il Digital Markets Act approvato dal Parlamento Europeo lo scorso 5 luglio 2022.
Insieme al Digital Services Act, la nuova regolamentazione sui servizi digitali compongono la normativa a cui grandi piattaforme dovranno sottostare entro e non oltre il 6 marzo 2024. Apple si è dovuta adeguare già a settembre per quanto riguarda i connettori: per questo è stato mandato in pensione il cavo lightning, a favore della porta USB-C, presente su tutti e quattro gli iPhone 15.
Ovviamente questo discorso non riguarda soltanto Apple e, ora, anche WhatsApp, ma tutti quei colossi tech che l’Unione Europea ha definito “gatekeeper”, letteralmente portiere, sostanzialmente quei colossi che rientrano in un fatturato annuo di almeno 7,5 miliardi, numero di utenti oltre i 45 milioni e una posizione consolidata e duratura nel mercato.
WhatsApp e l’interoperabilità. Mark Zuckerberg e Meta devono sbrigarsi, le pene sono severissime
Ebbene, i legislatori dell’UE hanno designato la società madre di WhatsApp, Meta, come uno dei sei cosiddetti “gatekeeper”, insieme a Google, Amazon, Apple, ByteDance e Microsoft. Tutti gatekeeper hanno sei mesi per utilizzare obbligatoriamente l’interoperabilità, altrimenti incorreranno in pene salatissime: multa fino al 10% del fatturato globale e 20% in caso di recidiva.
Sostanzialmente ci dovranno essere chat senza frontiere, non importa quale sia l’app che utilizziamo, i messaggi dovranno poter provenire anche da altri applicazioni, in questo caso di messaggistica istantanea. L’interoperabilità si concentrerà inizialmente sui messaggi di testo (non SMS), sull’invio di immagini, messaggi vocali, video e file tra due persone. Le chiamate e le chat di gruppo arriveranno nei prossimi anni, come previsto dalle regole dell’UE.
Gli utenti che optano per l’interoperabilità vedranno i messaggi di altre app in una sezione separata, nella parte superiore della posta in arrivo di WhatsApp. Per inviare messaggi, inoltre, le app di terze parti dovranno crittografare il contenuto, utilizzando il protocollo Signal e quindi essere pacchettizzate utilizzando XML, in conformità con l’architettura client-server esistente della piattaforma.
Soprattutto bisognerà connettersi ai server di WhatsApp per ricevere messaggi. E Mark Zuckerberg dovrà consentire inoltre ad altre app di utilizzare protocolli di crittografia diversi, a patto che abbiano gli standard di sicurezza delineati da WhatsApp nelle sue linee guida. Il cambiamento radicale sarà epocale, nulla sarà più come prima.