Massima attenzione a chi è già in pensione: in certi casi l’assegno previdenziale può venire sospeso. Vediamo quando.
Anche se sei arrivato al traguardo della tanto sospirata pensione, non puoi dormire sonni tranquilli: in alcuni casi possono sospenderti l’assegno previdenziale e dovrai restituire tutto.
Arrivare alla pensione ormai è diventato il traguardo più ambito di tutti gli italiani. Soprattutto visto che, è già stato anticipato, tra qualche anno l’età pensionabile aumenterà ulteriormente. Secondo le stime chi oggi ha 35 anni, molto probabilmente dovrà lavorare fino ad oltre i 70. Va da sé che chi riesce ad andare in pensione senta di aver tagliato un traguardo importantissimo.
Specialmente poi se si è pure riusciti ad uscire dal lavoro con qualche anno di anticipo rispetto a quanto stabilito dalla legge Fornero. Tuttavia nemmeno chi è già in pensione può dormire sonni tranquilli: l’Inps ha di recente comunicato che in alcuni casi ad alcune persone può venire sospeso l’assegno previdenziale e dovranno restituire tutto ciò che hanno percepito.
Arrivare alla tanto sudata pensione e poi vedersela di nuovo togliere. Sembra il copione di un film da incubo e, invece, purtroppo, è la realtà. Molti pensionati rischiano di perdere l’assegno previdenziale e di dover restituire tutto quello che hanno ricevuto.
L’Inps ha nuovamente ribadito che chi accede alla pensione anticipata con Quota 103 – o chi ha fruito gli scorsi anni di Quota 102 oppure di Quota 100- o con Ape sociale, poi non può tornare a lavorare. Molte persone, infatti, pur avendo lavorato una vita, si ritrovano con un assegno mensile insufficiente a far fronte ai costi della vita. Con Ape sociale, in particolare, l’assegno non può mai superare i 1500 euro al mese e non sono previste né rivalutazione annua, né tredicesima né quattordicesima.
Anche con Quota 103 l’assegno subisce dei forti tagli in quanto, da quest’anno, verrà interamente ricalcolato con il sistema contributivo e non potrà mai superare di 4 volte l’importo del trattamento minimo dell’Inps. Ma, anche se la pensione non bastasse per vivere, chi ha optato per Quota 103, Quota 102, Quota 100, Ape sociale non può tornare a lavorare. Infatti queste misure non sono cumulabili con i redditi da lavoro sia dipendente sia in forma autonoma. Eccezione fatta per il lavoro autonomo occasionale fino ad un massimo di 5000 euro lordi all’anno.
Se una persona torna a lavorare e viene scoperta, gli verrà sospesa immediatamente la pensione. Non solo: dovrà anche restituire le mensilità ricevute. Il divieto di tornare a lavorare viene meno quando un soggetto compie 67 anni. A quel punto, infatti, egli avrà diritto alla pensione di vecchiaia ordinaria che può anche essere cumulata con i redditi da lavoro. Dunque dopo aver compiuto 67 anni, un pensionato, se vuole, può tornare a timbrare il cartellino.
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