Una nuova sentenza della Corte Ue cambia tutto sulla percezione delle ferie e quanto spetta effettivamente al lavoratore.
Le ferie sono un diritto del lavoratore e come tali devono essere godute nei momenti più consoni, quindi considerando la legittimità personale nell’andare in ferie ma anche nel ruolo svolto, quindi relativamente a turni e mansioni da dover organizzare con gli altri.
Ad oggi la questione “pagamento ferie” è sempre stata molto articolata perché di fatto scattava la possibilità di corrispondere una cifra a fronte di ferie non godute solo in condizioni specifiche. Questo vuol dire che un lavoratore che decideva in prima persona di non andare in ferie non poteva chiedere di trasformarle in euro.
Ferie non godute, cosa stabilisce la nuova sentenza in Europa
La questione oggi cambia e lo fa in seguito ad una sentenza della Corte Ue che non solo apre una nuova strada ma sarà lo spartiacque tra ciò che è stato fino ad oggi e ciò che invece rappresenterà il futuro.
Secondo quanto stabilito infatti, la Corte di Giustizia ha ribadito che le ferie non utilizzate devono essere pagate, anche nei casi in cui sia il dipendente a chiedere le dimissioni, lavori nel pubblico e non risponda a quei requisiti particolari che sono stati proposti fino ad oggi. Questa sentenza dunque si scontra con la legge italiana che è differente e prevede una gestione delle ferie non godute totalmente diversa.
La normativa italiana è stata bocciata letteralmente, la Corta di Giustizia dell’Unione Europea ha infatti accolto proprio le necessità di un uomo in provincia di Lecce che, dopo ben 24 anni di lavoro al Comune, aveva dato le dimissioni per andare in pensione e voleva il corrispettivo per 79 giorni di ferie non godute. La questione è stata così articolata da finire in tribunale poiché nessuno voleva pagare e così, dopo un lungo percorso, la decisione è arrivata ed è chiara anche per coloro che andranno successivamente in pensione o per quanti scelgono di lasciare il lavoro.
Il risarcimento può essere negato solo in un caso, laddove volontariamente il dipendente rifiuti di andare in ferie e quindi, nonostante le sollecitazioni del datore di lavoro, non vada in vacanza per tramutare volontariamente le ferie in soldi. In quel caso, essendo una questione strategica, si può scegliere di non corrispondere una remunerazione per saldare le ferie. In qualunque altro caso, le ferie vanno pagate e se non sono state utilizzate si devono trasformare in contanti.