In pochi sanno che è possibile conoscere i redditi dell’ex coniuge. E’ fondamentale scoprire come si fa e perché bisogna farlo: tutti i dettagli.
Conoscere i redditi dell’ex coniuge può essere fondamentale specialmente quando si è responsabili del pagamento dell’assegno di mantenimento. Questo è un tema molto delicato che può richiedere azioni legali specifiche. In tal contesto è fondamentale comprendere le opzioni disponibili e il processo coinvolto per ottenere tali informazioni.
Quando l’ex coniuge ha un impiego regolare è possibile intraprendere azioni legali andando a rivolgersi al tribunale. Si può quindi presentare una richiesta di revisione degli obblighi derivanti dalla separazione andando a chiedere al giudice di ordinare al datore di lavoro, all’Agenzia delle Entrate o all’INPS di fornire la documentazione relativa ai redditi dell’ex coniuge. Questa richiesta implica l’istanza di modifica delle condizioni della separazione o del divorzio presso il tribunale che ha emesso la sentenza originaria.
Il giudice può quindi emettere un’ordinanza che obbliga terzi soggetti a produrre in tribunale la documentazione che attesta i redditi del coniuge. Una via alternativa, secondo una sentenza della Cassazione, potrebbe consistere nel richiedere direttamente all’Agenzia delle Entrate l’accesso all’anagrafe tributaria, una banca dati fiscale che contiene informazioni finanziarie dettagliate su ogni cittadino. Questa opzione potrebbe richiedere l’assenza di documentazione sufficiente per dimostrare il tenore di vita dell’ex coniuge.
Delle volte potrebbe essere necessario richiedere all’Agenzia delle Entrate l’accesso all’anagrafe tributaria. Questa non è altro che una banca dati fiscale che contiene delle informazioni dettagliate sui cittadini. Allo stesso tempo questa opzione potrebbe richiedere l’assenza di documentazione sufficiente per dimostrare il tenore di vita dell’ex coniuge. In entrambi i casi è fondamentale presentare un’istanza formale di accesso agli atti amministrativi dell’Agenzia delle Entrate.
L’amministrazione ha l’obbligo di rispondere entro 30 giorni e la richiesta può essere presentata in carta semplice, senza bolli, mediante raccomandata a/r o posta certificata (PEC). La richiesta deve includere la sentenza di separazione o divorzio e l’obbligo di mantenimento. Se l’Agenzia delle Entrate non risponde o rifiuta è possibile proporre opposizione al Tribunale Amministrativo Regionale. Bisogna anche notare che in caso di lavoro in nero questa procedura potrebbe rivelare solamente i rapporti bancari, non la busta paga.
Nel caso di lavoro in nero, l’azione legale potrebbe richiedere ulteriori prove, come testimonianze, foto che documentano la presenza sul luogo di lavoro, o qualsiasi altro mezzo che dimostri i redditi non dichiarati. Il tribunale, su istanza motivata di parte, può anche disporre accertamenti tributari sulla posizione reddituale del soggetto in questione. In tutte queste situazioni, la consulenza di un avvocato è essenziale per guidare il processo legale e assicurare che vengano rispettati tutti i diritti e le procedure legali.
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